NIGHTINGOAL

Buonasera colleghe/i.
Dal 25 al 28 Maggio 2023 giocheremo l’ottava edizione del Nightingoal,
torneo di calcio a 5 riservato alle infermiere e agli infermieri di
tutta Italia. Quest’anno l’evento sarà tenuto ad Ostia (Roma).
Vi invio la locandina della manifestazione, e vi invito a considerare
l’idea di partecipare con una squadra maschile, femminile e/o mista.
Per qualsiasi info aggiuntiva potete contattarmi qui oppure
telefonicamente; in caso di interesse vi invierò la modulistica con
tutte le istruzioni per poter partecipare.

Cordiali saluti e grazie dell’attenzione.

Luigi Di Bartolomeo 3397326143

LA VENTILAZIONE MECCANICA NON INVASIVA NEI PAZIENTI COVID POSITIVI CON SEVERA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA E RELATIVE IMPLICAZIONI PSICOLOGICHE


Matera 17/12/2022

Sala Cinema Sede Centrale ASM 

locandina evento 17-12-2022

Scheda Iscrizione evento

LA PRESA IN CARICO MULTIDISCIPLINARE DEL PAZIENTE CON INFEZIONE DA HCV CONSUMATORE DI SOSTANZE


Matera 03/12/2022

Sala Cinema Sede Centrale ASM 

locandina evento 03-12-2022 PDF

Scheda Iscrizione evento

IL NUOVO C.C.N.L. QUALI PROSPETTIVE PER GLI INFERMIERI?


Matera 19/11/2022

Sala Cinema Sede Centrale ASM – Crediti ECM 4,2 –

locandina evento 19-11-2022

 

Scheda Iscrizione evento

riconoscimento dell’equivalenza dei titoli del pregresso ordinamento

Provvedimento Giunta Regionale n°595 del 13.09.2022

 

Presentazione delle domande per il riconoscimento dell’equivalenza dei titoli del pregresso ordinamento ai titoli universitari abilitanti alle professioni sanitarie dell’area infermieristica/ostetrica.

Istanza di cessazione della sospensione dall’esercizio delle professioni sanitarie ai sensi dell’art. 8 DL 24/2022

Istanza di cessazione della sospensione dall’esercizio delle professioni sanitarie

ai sensi dell’art. 8 DL 24/2022

Prima Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari il 12 marzo: record di “vittime” tra gli infermieri

Gli infermieri sono i professionisti della Sanità in assoluto più colpiti dagli atti di violenza sugli operatori sanitari.

L’89% è stato vittima di violenza sul lavoro e nel 58% dei casi si è trattato di violenza fisica: hanno subito violenza in generale sul posto di lavoro circa 180mila infermieri e per oltre 100mila si è trattato di un’aggressione fisica.

La situazione poi si sta aggravando perché accanto alle usuali violenze, durante la pandemia si sono create situazioni come quelle in cui non è stato possibile far avvicinare persone ai ricoverati che ha generato fortissime tensioni e numerose aggressioni e ci sono poi i no-vax che sono autori di continue aggressioni e minacce, anche di morte.

Di tutte le aggressioni al personale sanitario secondo l’INAIL, il 46% sono a infermieri e il 6% a medici (gli infermieri sono i primi professionisti a intercettare le persone che si rivolgono ai servizi, sia nel triage ospedaliero che a domicilio). Quindi le aggressioni a infermieri sarebbero circa 5.000 in un anno (anche se spesso quelle verbali non sono neppure denunciate), 13-14 al giorno in media. Ma le mancate denunce e gli episodi non rilevati dimostrano che il numero è sicuramente sottostimato e in realtà le violenze (verbali e fisiche) sono almeno 10-15 volte più numerose.

Per questo, grazie al co-finanziamento della FNOPI, è stato realizzato da otto Università italiane lo studio nazionale multicentrico sugli episodi di violenza rivolti agli infermieri italiani sul posto di lavoro (ViolenCE AgainSt nursEs In The workplace CEASE-IT).

Dalla ricerca – i cui dati complessivi saranno presentati all’Osservatorio contro la violenza sul personale sanitario insediato l’11 marzo – emerge che più della metà (il 54,3%) ha segnalato l’episodio, ma chi non l’ha fatto (l’altra metà dei professionisti coinvolti) si è comportato così perché, nel 67% dei casi ha ritenuto che le condizioni dell’assistito e/o del suo accompagnatore fossero causa dell’episodio, nel 20% convinto che tanto non avrebbe ricevuto nessuna risposta da parte della struttura in cui lavora, il 19% ritiene che il rischio sia una caratteristica attesa/accettata del lavoro e il 14% non lo ha fatto perché si sente in grado di gestire efficacemente questi episodi, senza doverli riferire.

Le conseguenze in un’aggressione ci sono sempre: il 24.8% degli infermieri che ha segnalato di aver subito violenza negli ultimi 12 mesi, riporta un danno fisico o psicologico, e per il 96.3% il danno è a livello psicologico, compromettendo spesso anche la qualità dell’assistenza.

Il 10.8% dichiara poi che i danni fisici o psicologici hanno causato disabilità permanenti e modifiche delle responsabilità lavorative o inabilità al lavoro.

Ma la conseguenza professionale prevalente riguarda il “morale ridotto” (41%) e “stress, esaurimento emotivo, burnout” (33%).

La prevenzione degli episodi di violenza a danno degli operatori sanitari – sottolinea Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI – richiede che l’organizzazione identifichi i fattori di rischio per la sicurezza del personale e ponga in essere le strategie organizzative, strutturali e tecnologiche più opportune, diffonda una politica di tolleranza zero verso atti di violenza nei servizi sanitari, incoraggi il personale a segnalare prontamente gli episodi subiti e a suggerire le misure per ridurre o eliminare i rischi e faciliti il coordinamento con le Forze dell’ordine o altri oggetti che possano fornire un valido supporto per identificare le strategie per eliminare o attenuare la violenza nei servizi sanitari. Solo l’impegno comune può migliorare l’approccio al problema e assicurare un ambiente di lavoro sicuro. E questo studio è il primo passo”.

Le cause del fenomeno sono multifattoriali e includono: personale ridotto (la carenza), elevato carico di lavoro, tipologia di pazienti. I principali fattori di rischio sono negli atteggiamenti negativi dei pazienti nei confronti degli operatori, nelle aspettative dei familiari e nei lunghi tempi di attesa nelle zone di emergenza, che portano a danni fisici, ma anche disturbi psichici, negli operatori che subiscono violenza.

“Con lo studio – aggiunge Mangiacavalli – si descrivono le caratteristiche degli episodi di violenza vissuti dagli infermieri sul posto di lavoro negli ospedali italiani e sul territorio, per meglio identificare i fattori predittivi di violenza. Oggi purtroppo, nonostante le evidenze emerse durante la pandemia, si stanno affermando messaggi culturali che inducono la popolazione a coltivare una rabbia crescente verso gli operatori delle strutture. A questo concorrono le notizie spesso scandalistiche e molte volte false, sui servizi sanitari, che creano a priori un’aspettativa negativa nei confronti dei servizi, che a sua volta fomenta la frustrazione e la rabbia e mina il rapporto di fiducia tra cittadini e operatori”.

Contro la violenza, in particolare sulle donne che nella professione infermieristica sono quasi il 77% dei professionisti, FNOPI ha anche aderito alla campagna di sensibilizzazione e di promozione della salute #LOTTOcontrolaviolenza da poco avviata da Federsanità ANCI e Asl di Viterbo. “Un’iniziativa – chiosa Mangiacavalli – che dà il senso di un impegno che va oltre le semplici celebrazioni di facciata”.

LEGGE OBBLIGO VACCINALE

SI INFORMANO GLI ISCRITTI CHE:

Il decreto-legge 172 del 26 novembre 2021 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26/11/2021 (entrato n vigore il 27/11/2021) dispone l ‘obbligo per gli esercenti le professioni sanitarie della vaccinazione antiSARS — COV-2 e a partire dal 15 dicembre 2021 della somministrazione della terza dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale primario. Il Decreto ha sostituito l’art. 4 del DL 44/2021 del 1/4/2021 attribuendo agli Ordini la funzione di accertamento del rispetto dell’obbligo vaccinale. Gli ordini opereranno tale verifica in modo automatizzato avvalendosi del sistema della Piattaforma Nazionale DGC. Il Decreto prevede espressamente che nel caso in cui la Piattaforma indichi la mancata effettuazione della vaccinazione (anche con riferimento alla dose di richiamo), l’Ordine inviti l’iscritto a produrre la documentazione comprovante: L’effettuazione della vaccinazione, l’attestazione del Medico di Medicina Generale relativa all’omissione o al differimento della stessa, ovvero la presentazione della richiesta di vaccinazione da eseguirsi comunque entro il termine non superiore a venti giorni dalla ricezione dell’invito, ovvero l’insussistenza dei presupposti per l’obbligo vaccinale. L’Ordine qualora accerti il mancato adempimento dell’obbligo vaccinale – anche con riguardo alla dose di richiamo – deve adottare l’atto di accertamento dell’inadempimento dell’obbligo vaccinale con natura dichiarativa, non disciplinare, che determina l’immediata sospensione dall’esercizio delle professioni sanitarie ed è annotata nel relativo Albo professionale. Del mancato adempimento dell’obbligo vaccinale viene data comunicazione alla Federazione nazionale e al datore di lavoro. La sospensione è efficace fino alla comunicazione da parte dell’iscritto dell’avvenuta vaccinazione a seguito della quale l’Ordine provvederà alla revoca della sospensione. Per i professionisti sanitari che si iscrivono per la prima volta all’Ordine è d’obbligo allegare alla domanda di iscrizione il certificato di avvenuta vaccinazione.